travel mobility manager

Il travel mobility manager oggi e fra tre anni tra coraggio e valorizzazione

Chi è il travel mobility manager oggi? Si è aperta così la quarta convention nazionale di Aitm, associazione italiana che forma e aggrega i professionisti del business travel che sempre di più ampliano le competenze alla gestione della mobilità aziendale. «Vogliamo inaugurare il primo think tank di travel e mobility manager mai vista nel nostro settore – argomenta il presidente Paolo Tedesco, security e mobility manager in Sogei -: nei prossimi mesi indirizzeremo alle istituzioni le proposte».

Continua: «Abbiamo già presentato al Ministero della transizione ecologica un documento programmatico. C’è l’urgente necessità di accelerare sui mobility manager d’area, di cui tanti, troppi Comuni sono ancora sprovvisti. Abbiamo contattato tutte le municipalità, con riscontri carenti. Temiamo che i fondi stanziati non saranno destinati appieno. Tuttavia, da parte dei rappresentanti del Ministero abbiamo trovato una buona disponibilità al dialogo».

Travel mobility manager: la strada della valorizzazione

L’apertura del presidente di Aitmm si è rivolta alle competenze che la relativamente nuova figura professionale deve sviluppare. Tra l’altro, sappiamo che la scadenza di presentazione dei piani di spostamento casa-lavoro (Pscl) quest’anno è anticipata al 22 novembre. Come stabilisce l’articolo 9 del Decreto del Ministero della Transizione ecologica n. 179 del 12 maggio 2021 (scaricalo da qui).

Osserva Tedesco: «Tuttavia è riduttivo dire che il mobility manager si occupa dei Pscl oppure che il travel manager delle trasferte aziendali: la pandemia ha espanso il raggio d’azione oltre le rispettive aree di competenza. Inoltre, il Pnrr ha rimesso al centro delle priorità del Paese mobilità sostenibile e turismo. Infine, anche il Ministero della salute ha posto il mobility manager “al centro del controllo” della pandemia. E’ evidente che la strada di valorizzazione sia tracciata».

Di qui, la convention si è aperta ai tavoli di lavoro, guidati da business coach e dalle ambassador dell’associazione.

La sede della convention è stato 21WOL – hotel e spazio di co-working a Milano

Tavoli di lavoro dei Travel Mobility Manager

Quattro i temi che i gruppi hanno sviluppato, nell’intento di tracciare l’oggi e il domani (a tre anni) della loro professione. Il denominatore comune emerso è in tre parole-chiave: coraggio, consapevolezza e valorizzazione.

Il gruppo di lavoro sugli “Scenari evolutivi del travel process” ha posto tra le priorità «il coraggio di cambiare e di mettersi in discussione, per cambiare il modello organizzativo. Senza panico. Sempre meglio agire, prevenire di reagire passivamente agli agenti esterni», ha spiegato Christian Marcello, mobility manager di Ocme, azienda di Parma di progettazione e produzione di macchine per l’imballaggio.

La vision a tre anni di questo tavolo prevede un deciso cambiamento di ruolo del travel manager: «il Covid-19 ha aperto l’opportunità di emergere con le proprie competenze; la formazione diventa “la chiave”; i team multidisciplinari in azienda prendono corpo; si viaggerà di meno ma di più qualità; la tecnologia sarà di svolta per eliminare le attività a scarso valore aggiunto».

Ruolo e nuovi obiettivi strategici del TMM oggi e fra tre anni

Come si presenetrà il ruolo della figura più completa di travel mobility manager, fra tre anni?

Se ne è occupato il tavolo di Rachele Mancinelli, travel manager di Guala Closures: «Anzitutto, avrà il coraggio di emergere nel proprio ruolo: condivisione è la prima keyword. Farsi conoscere fuori e dentro l’azienda è il primo passo. Anche per noi “formazione” è una consapevolezza emersa, ma non senza progettualità per strutturare meglio il lavoro».

Di mobilità aziendale ha dibattuto il pool accompagnato da Simona Garotta, travel e fleet manager di Epta, azienda di refrigerazione industriale.

La professionista spiega: «Per noi la roadmap di medio termine è una relazione con la collettività per condividere l’obiettivo della riduzione delel CO2, che in azienda si traduce con il cambiare le flotte e scegliere fornitori compatibili per proseguire la missione insieme. Inoltre, le imprese devono realizzare piani di comunicazione che spieghino alla comunità dei colleghi tutto questo. Infine, ogni individuo dovrebbe essere incentivato a collaborare all’obiettivo comune».

Partecipato da International Sos, il gruppo di lavoro sulla travel security ha individuato in “supporto, sistema integrato e consapevolezza» il contesto in cui si muove l’evoluzione del ruolo professionale.

L’ambassador di Aitmm Federica Berto, travel manager di Impresa Pizzarotti, osserva: «Sentiamo la necessità di un coinvolgimento complessivo in azienda e tra i fornitori per avere il massimo supporto. Fra tre anni sarebbe auspicabile disporre di un sistema integrato per le informazioni Covid19 e sarebbe ottimale che le aziende individuassero nela pandemia una opportunità di sicurezza oltre che una incombenza. Cosa potremo fare? Avere la consapevolezza del ruolo di facilitatore della security».

A tal proposito, molto interessante il fatto che tra gli output finali emerge la necessità di creare team di crisi in azienda. Come le aziende di oil and gas hanno da sempre.

Approfondisci sulle risorse in lingua italiana sul sito web di international Sos.

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