Un futuro senza Alitalia

«Una compagnia di bandiera a servizio di metà del Paese». Questo è stato l’aspro commento a caldo del presidente della regione Lombardia, Roberto Formigoni, all’indomani della decisione di Alitalia dideclassare l’aeroporto di Malpensa ed eleggere come hub l’aeroporto Leonardo da Vinci di Roma. La scelta della nuova Alitalia di puntare su Fiumicino ha acceso dibattiti, scontri tra Istituzioni e, com’era prevedibile, segnato profondamente l’operatività dell’aeroporto lombardo. Attualmente Cai opera solo 185 frequenze settimanali targate Mpx, contro le 1238 registrate il 30 marzo 2008. I passeggeri del vettore in partenza dallo scalo sono diminuiti dell’87,9% (dato relativo a gennaio 2009 rispetto allo stesso mese del 2008). Una perdita che, almeno in parte, è stata compensata dall’ingresso di altre compagnie (in particolare Lufthansa Italia ed easyJet). Complessivamente, comunque, il traffico su Malpensa è calato di ben il 32%. Sea, la società di gestione aeroportuale, è stata costretta a tagliare 500 posti di lavoro, nonché aimporre la cassa integrazione a 800 dipendenti. Se si considerano tutte le aziende dell’aeroporto, comprese quelle di catering e cargo, sono rimaste a casa oltre 2000 persone. E nella classifica degli scali europei Malpensa è scesa dal 15° al 19° posto.
La decisione di Alitalia è stata appoggiata dall’Enac, Ente Nazionale dell’Aviazione Civile. Secondo il rapporto dell’organizzazione, infatti, lo scalo romano è l’unico tra quelli di medie o grandi dimensioni che nel 2008 ha registrato una crescita: il numero di voli, tra arrivi e decolli (pari a 340.971 movimenti) è aumentato del 3,9% rispetto all’anno precedente e il traffico di passeggeri (34.815.230) è cresciuto del 7,2%. A Malpensa, invece, sono stati effettuati 212.841 movimenti (-19,3% rispetto al 2007) e hanno transitato 19.014.186 passeggeri (-19,8%). A Linate, poi, i movimenti sono stati 96.823 (-3,6%) e i passeggeri transitati 9.264.561 (-6,7%).
E allora, tutti i progetti per fare di Malpensa la porta d’ingresso d’Italia al Nord, i piani per la realizzazione della terza pista e quelli per la valorizzazione dello scalo in vista dell’Expo del 2015 che fine fanno? Tutto a monte? Sembrerebbe di no, grazie all’azione congiunta di due fattori: da una parte la Sea, società controllata dal Comune di Milano che gestisce Linate e Malpensa, intenzionata a proseguire a investire, dall’altra le compagnie aeree che stanno progressivamente occupando gli spazi lasciati liberi dal taglio dei voli di Alitalia.

Le buone notizie
Leit motiv di questi tempi difficili è “la crisi può rappresentare un’opportunità di crescita”. Vale anche per Malpensa. Se la nostra compagnia di bandiera ha deciso di diminuire drasticamente la sua presenza nello scalo milanese, altre società stanno agendo per aumentare la propria presenza nello scalo. È il caso di Lufthansa Italia, che di recente è stata legalmente registrata come nuova compagnia aerea italiana presso la Camera di Commercio di Milano. La prima società fondata all’estero dal gruppo tedesco sta assumendo nuovo personale di terra e di aria, sta acquisendo nuovi Airbus e sta investendo sui servizi offerti ai passeggeri nello scalo.
Tra i low cost, invece, spicca easyJet, che dalla prossima stagione invernale incrementerà i voli in partenza dallo scalo lombardo ed è in attesa del sedicesimo aeromobile da basare a Malpensa.La compagnia è già presente nell’aerostazione con 15 aerei, che hanno richiesto un primo investimento di 600 milioni di euro.
Il de-hubbing di Alitalia su Malpensa non ha scoraggiato nemmeno Sea, che ha presentato un piano industriale 2009/2016 per rispondere alla crisi. Il 2008 della società di gestione si è chiuso con un utile netto pari a 1,8 milioni di euro. Questo risultato è stato influenzato da svalutazioni sia degli investimenti (pari a 17 milioni di euro) relativi a interventi indifferibili per vincoli strutturali e contrattuali su infrastrutture precedentemente indirizzate a consentire a Malpensa di svolgere il ruolo di hub per Alitalia, sia dei crediti (pari a 54 milioni di euro) derivanti dall’ammissione del gruppo Alitalia alla procedura di amministrazione straordinaria. Lo scorso anno i ricavi totali 2008 del gruppo si sono attestati a 634,5 milioni di euro (-8,2%). Grazie alla strategia individuata dal nuovo piano industriale aumenta l’incidenza, sul totale ricavi, dei profitti derivanti da attività non aeronautiche, che passano dal 32,5% del 2007 al 33,9% del 2008.
Lo scorso anno Sea ha proseguito la politica di investimenti al fine di mantenere le proprie infrastrutture all’avanguardia nel panorama europeo. Tra i principali interventi infrastrutturali effettuati, finalizzati all’ulteriore specializzazione degli scali, spiccano l’ampliamento delle aree commerciali; le opere necessarie allo sviluppo delle attività di gestione delle merci; il miglioramento delle infrastrutture di volo; l’aumento della capacità di produzione di energia elettrica e calore, per diversificare ulteriormente le linee di business del gruppo. Complessivamente, sono stati investiti oltre 94,3 milioni di euro. Il piano della società di gestione contiene elementi di forte innovazione (ad esempio la possibilità di attrarre un hub carrier estero, indipendente da fenomeni di acquisizione o integrazioni di carrier domestici) e si sviluppa su un arco temporale esteso (2009-2016) in modo da integrare gli effetti che l’Expo sarà in grado di generare sul traffico nei due aeroporti milanesi.

In vista dell’Expo 2015
L’esposizione internazionale che si terrà a Milano nel 2015 rappresenta indubbiamente un grande traino per Malpensa, che diventerà inevitabilmente la porta d’ingresso per milioni di visitatori. E tutto il terziario lombardo guarda a questo evento come alla migliore opportunità per rilanciare il comparto. Come conferma Giorgio De Pascale, presidente del Gruppo Terziario Turistico di Assolombarda: «La scelta della nuova Alitalia di lasciare Malpensa e posizionarsi a Fiumicino ha lasciato l’amaro in bocca alle imprese che rappresento. Soprattutto perché è proprio in un momento di crisi e in vista dell’Expo che bisogna resistere e mantenere gli investimenti. Malpensa doveva contribuire a un grosso sviluppo dell’incoming, sia sul fronte del business travel sia del leisure. Certamente questa uscita del vettore contribuirà negativamente allo sviluppo».
Cosa fare allora? «Come ha detto la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia in occasione della nomina del nuovo presidente di Assolombarda Alberto Meomartini, ora è urgente una deregulation “violenta” del territorio, accelerando la realizzazione delle infrastrutture capaci di incrementare lo sviluppo delle aziende locali. Il 22 luglio inizieranno i lavori per laBrebemi, rete autostradale che decongestionerà il traffico sulla A4. Auspichiamo che al più presto vengano implementati i collegamenti ferroviari. Inoltre, mi sembra molto positivo che il management di Sea stia lavorando per siglare accordi bilaterali con nuove compagnie aeree. Ci vuole un grande sforzo da parte di tutti, istituzioni locali, Sea e associazioni di categoria, è vero, ma possiamo farcela».
Ma prima di decidere di abbandonare Malpensa, Alitalia ha aperto un confronto con Assolombarda? «Per quanto riguarda il comparto che presiedo, tra i più colpiti da questa decisione, no. Siamo solo stati informati dello sviluppo degli avvenimenti. Alitalia è una compagnia che ha nutrito sempre la convinzione che ciò che andava bene per lei andava bene per il Paese». Contattata sull’affaire Malpensa, Alitalia ci ha risposto con un laconico “no comment”.

L’arte sbarca a Malpensa
Sea ha presentato alla Triennale “La Porta di Milano”, un progetto architettonico per la realizzazione di un’opera d’arte che contribuirà a cambiare il volto dell’aerostazione di Malpensa. Situata tra lo scalo e la stazione ferroviaria del treno Malpensa Express, la struttura sarà uno spazio di alto valore estetico e rappresenterà virtualmente la porta d’accesso al capoluogo lombardo. L’intento di Sea è colpire emotivamente l’immaginazione dei passeggeri, ma anche creare una suggestiva location per eventi culturali e mostre. Il bando di concorso coinvolgerà il mondo dell’architettura e del design non solo italiano, ma anche internazionale. Per la realizzazione dell’intera opera è previsto un investimento pari a 1,7 milioni di euro.

 

Testo di Umberto Babini, Mission n. 5, giugno-luglio 2009

  Condividi:

Lascia un commento

*