Aeroporto di Bruxelles: la rinascita

Quattro minuti di Shock. Poi la reazione; “dopo qualche minuto in cui non potevamo credere quello che era successo ci siamo subito preoccupati di mettere in sicurezza il più velocemente possibile viaggiatori e dipendenti dello scalo”. Così il direttore dell’aeroporto di Bruxelles Zaventem Arnaud Feist ricorda i terribili momenti del doppio attentato terrorista del 22 marzo scorso, quando estremisti islamici fecero 20 vittime nella zona delle partenze dello scalo. Colpendo così per sempre lo scalo che si definisce Il cuore dell’Europa.

La Targa-ricordo per le vittime degli attentati del 22 marzo
La Targa-ricordo per le vittime degli attentati del 22 marzo

Uno scalo che ha reagito aumentando i controlli di sicurezza, il numero dei poliziotti e dei soldati, ma, anche, mettendo in atto sistemi di prevenzioni non visibili:  “abbiamo consultati diversi specialisti di sicurezza aeroportuale, tra cui quelli israeliani, e possiamo dire di aver adottato le migliori misure di prevenzione. Anche quelle non visibili” dice Feist, che spiega come ci sia ad esempio “un controllo tramite targhe per chi arriva in aeroporto in auto”, mentre per chi arriva in treno subito all’uscita della stazione o per chi arriva in autobus o dai parcheggi prima di entrare nell’aerostazione c’è un controllo con metal detector, ma non con i body scanner che i vertici dello scalo hanno deciso di non adottare, e militari e poliziotti distaccati  fermano a campione i passeggeri o i loro accompagnatori ancora fuori dallo scalo: “ma sia chiaro che la selezione non viene fatta per ragioni etniche o religiose” ci sottolinea Geert Sciot, vice president per le relazioni esterne di Brussels Airlines.

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L’area delle partenze dello scalo di Bruxelles dove ci furono gli attentati del 22 marzo

Feist che sottolinea però anche  come l’estate appena passata sia stata “la seconda miglior stagione della nostra storia dopo il record dell’estate 2015. Registriamo un calo “solo” del 3,9% con oltre 4,7 milioni di passeggeri”. Naturalmente un calo importante c’è stato nei giorni successivi all’attentato, con le compagnie che qui operano a spostare i propri voli a Charleroi, Liegi, Anversa, da dove ha operato anche Brussels Airlines per i voli di corto medio raggio, mentre “i voli i lungo li abbiamo operati da Francoforte e Zurigo” ricorda Sciot. Ma da giugno l’aeroporto ha preso a operare a pieno regime, con i cali maggiori avuto da asiatici, americani, forse anche per questo le compagnie statunitense hanno annunciato una forte riduzione dei voli per il prossimo inverno.

 

 

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