referendum dei dipendenti Alitalia

Al via il referendum dei dipendenti Alitalia

Si sono aperte questa mattina alle sei le urne, sette, di cui cinque all’aeroporto romano di Fiumicino, uno a Malpensa e uno a Linate, per confermare o rigettare con un referendum dei dipendenti Alitalia il piano che l’azienda ha di recente concluso con i sindacati, sotto la lunga mano del Governo (leggi qui).

Referendum dei dipendenti Alitalia; c’è chi soffia sul fuoco

Il referendum dei dipendenti Alitalia, 12.500, che si chiuderà alla mezzanotte del 24 senza alcun quorum deciderà il futuro di Alitalia, da anni appeso a un filo che, come abbiamo spiegato anche noi, è sempre legato allo Stato o a sue Garanzie, come in questa ultima occasione. E la speranza di un intervento di “mamma Stato” potrebbe spingere molti dei lavoratori a votare no, il che però significherebbe “la liquidazione della compagnia” come ha fermamente detto il ministro Carlo Calenda. Un finale a cui non credono alcuni sindacalisti come il responsabile dei piloti della Uiltrasporti, Ivan Viglietti, che si è apertamente schierato per il “no”, “una posizione personale e non dell’associazione”, ci ha tenuto a sottolineare lo stesso segretario generale della Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi.

Perché Calenda è fermo nelle sue posizioni: “Se dovesse prevalere il “no” ci sarebbe solo un brevissimo periodo di amministrazione straordinaria, circa 6 mesi, e poi l’accompagnamento verso la liquidazione della compagnia. Anche perché nessun altro investitore si presenterebbe dopo una bocciatura dell’accordo. La nazionalizzazione è impossibile perché ci sono delle regole europee da rispettare e perché è convinzione del governo che gli italiani non la capirebbero e, soprattutto, non la vorrebbero, dopo le ingenti risorse elargite ad Alitalia in questi ultimi dieci anni. Uno studio di Mediobanca parla di oltre 7 miliardi. I lavoratori in esubero potranno godere di 4 anni tra Cassa e Naspi all’80% dello stipendio, grazie all’integrazione del fondo volo, non c’è stata l’esternalizzazione della manutenzione. Si è ottenuto che l’intervento sulla parte economica del personale navigante fosse ridotta da un iniziale 30% chiesto dall’azienda ad un effettivo del 16/17% distribuito in modo tale da non pesare su una sola parte dei lavoratori interessati. Di più non si poteva fare. Per Alitalia questa è davvero l’ultima chiamata».” ha affermato il Ministro.

Intanto Gubitosi (sa cose che noi non sappiamo?) vola negli States per programmare il futuro

Detto che per molti analisti i risparmi non si dovrebbero fare sul costo del lavoro ma sul leasing degli aerei e sui servizi pagati ad Abu Dhabi (?), Luigi Gubitosi, presidente in pectore di Alitalia a Pasqua è volato negli Usa per incontrare il mondo aviation a stelle e strisce, tra cui anche, pare,  i vertici dell’alleata Delta Airlines, per cercare di allargare la possibilità di aprire nuovi voli transatlantici, ora bloccati dalla JV in essere con Air France-KLM e la stessa Delta.

 

 

 

 

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