BT in ripresa, ma non in Italia

Inutile nascondersi dietro il classico dito: la crisi c’è, eccome, e le economie mondiali sono al centro di una recessione di dimensioni storiche. Ma nulla è destinato a durare per sempre, fortunatamente, e gli Usa, protagonisti loro malgrado di una bolla edilizia che, nel 2008, ha contribuito a dare il via a dissesti economici di scala mondiale, sembrano vedere la luce in fondo al tunnel. Oltreoceano, infatti, aumenta sempre più il numero di professionisti che rientrano nel mondo del lavoro e, parallelamente, si stanno risollevando in maniera crescente mercati indici di buona salute come, appunto, quello immobiliare. Va anche detto che nulla avviene per caso: il governo di Barack Obama, infatti, sta portando avanti riforme decisive per la ripresa, il tutto di pari passo a incentivazioni per i vari settori produttivi, business travel compreso. Mentre nel nostro Paese la parola “turismo” non è rientrata sino a oggi in nessun progetto istituzionale di rilancio, il presidente statunitense ha lanciato un piano di sviluppo del turismo nazionale che prevede anche il rendere permanente il Global Entry Program, un network di trusted traveller, di viaggiatori che, accreditandosi preventivamente fornendo generalità, impronte digitali e dati personali, hanno accesso a procedure veloci per l’ingresso nel Paese, anche tramite sportelli automatici di riconoscimento posti negli aeroporti internazionali. La buona notizia è che un risanamento dell’economia made in Usa non potrà che riflettersi positivamente sull’andamento dell’eurozone e, nell’attesa di un prossimo futuro a tinte rosee, ecco che il settore del business travel dà segni di ripresa.

La ripresa europea
Quando noi europei potremo dire di essere al sicuro? Secondo GBTA Global Business Travel Association mancano solo pochi mesi. L’associazione internazionale degli operatori del business travel ha infatti condotto una ricerca, GBTA Business Travel Index – Outlook Western Europe, secondo la quale nella seconda parte del 2012 il business travel vede volumi in crescita in Germania e Regno Unito e rallentamenti di spesa in Francia, Italia e Spagna. Il 2013 sarà l’anno della riscossa, anche se, come spesso succede, sarà per molti ma non per tutti. Entrando nel dettaglio dello studio, le previsioni per il prossimo anno sono positive e, infatti, prevedono una crescita del 5,4% in Germania, del 5,1% in Francia, del 4% nel Regno Unito e dell’1,3% in Spagna. Analizzando i volumi di spesa di ciascun Paese, ecco che la Germania (e chi se no?), riuscirà a tornare ai livelli pre-crisi con 52,9 miliardi di dollari, mentre il Regno Unito, secondo Paese per volumi di spesa in Europa, nel 2013 arriverà a 42,1 miliardi di dollari, completando la ripresa dalla crisi. Non se la passeranno male nemmeno i nostri cugini, se è vero che in Francia la spesa si assesterà a 37,4 miliardi. E l’Italia? Noi dovremo tenere duro, come si suol dire, poiché le previsioni, purtroppo, parlano ancora di un leggero calo dello 0,8%. Da noi, infatti, il mercato dei viaggi d’affari risentirà della crisi economica, delle misure recessive e dell’alto tasso di disoccupazione e, quindi, non riuscirà a tornare ai livelli pre-crisi, cioè ai 37,8 miliardi di dollari spesi nel 2008. Nel 2013 la spesa italiana si attesterà così sui 33,3 miliardi ma, anche se il detto “mal comune, mezzo gaudio” non è dei più consolatori, non saremo i soli: anche in Spagna, infatti, il prossimo anno non si tornerà ai livelli pre-crisi. Ma, attenzione, stiamo parlando di stime e aspettative che, seppur ricavate con metodo e rigore, sono pur sempre fallibili: speriamo allora che le previsioni per il nostro Paese si rivelino sbagliate e di poter fare parte di quelle destinazioni europee che potranno tornare a vedere rosa tra pochi mesi.

Dove vanno gli italiani
Spostiamo il focus dall’andamento del business travel alle destinazioni dei viaggiatori. A farla da padrone sono i Paesi emergenti le cui economie sono lanciate nel raggiungere traguardi inimmaginabili sino a pochi anni fa. Secondo l’ultima edizione della Business Travel Survey (BTS), l’indagine periodica condotta su circa 700 aziende clienti da Uvet American Express, l’area Bric (Brasile, Russia, India e Cina) ha registrato durante lo scorso anno un incremento dei viaggi d’affari dal 6,2% al 7,4%. Il Paese che catalizza maggiormente l’interesse di manager e lavoratori in trasferta è la Russia (2,5%), quasi al pari della Cina (2,3%), mentre pesa la metà il traffico business verso India (1,6%) e Brasile (1,1%).  Rimanendo, invece, nel Vecchio Continente, per i business traveller italiani Parigi è la città più gettonata, seguita da vere e proprie “immancabili” come Londra, Bruxelles e Madrid. Nessuno scoop anche sul fronte nazionale: Roma e Milano, infatti, si confermano le mete nazionali che raccolgono il 63% delle trasferte complessive all’interno del nostro territorio, anche se  le due città perdono quote di viaggiatori a favore di altri capoluoghi come, per esempio, Napoli, Catania e Torino

Il caso Brasile
Come dicevamo, se tutta l’Europa risente, al di là delle singole performance, di una fase di contrazione economica, ci sono invece nazioni che stanno vivendo un’espansione che sembra inarrestabile. Il Brasile, per esempio, ha visto la propria produzione industriale crescere per 25 anni a un tasso medio dell’8,3% (e oggi raggiunge un incremento del 10,4%) facendone la nona potenza economica mondiale con previsioni di raggiungere il quinto posto nel ranking entro due decenni. Non stupisce, quindi, che di pari passo con la crescita dell’economia, del prodotto interno lordo e dei posti di lavoro, nel Paese che si prepara a ospitare i prossimi Mondiali di calcio e Olimpiadi anche le spese delle aziende per il business travel siano destinate ad avere sempre più peso, tanto che nel 2013 il fenomeno si intensificherà con un incremento previsto del 15,7% e una spesa totale di 36 miliardi. A prevederlo è sempre GBTA che ha svolto la prima edizione dell’indagine GBTA BTI Outlook–Brazil proprio per analizzarne l’andamento del mercato. Un elemento su cui riflettere è che l’aumento così consistente della spesa non è da attribuire all’incremento delle tariffe dei servizi di viaggio ma, invece, alla crescita economica e al conseguente e positivo aumento di posti di lavoro, anche qualificati. E la conferma di come il Brasile sia davvero il Paese dei record arriva anche dal versante mice: l’International Congress and Convention Association (ICCA) ha infatti pubblicato a maggio il rapporto annuale relativo agli eventi organizzati nel mondo e il Paese verde-oro ha guadagnato due posizioni, passando dalla nona alla settima. Non solo: è l’unico Paese sudamericano presente ai primi dieci posti registrando 304 eventi ospitati, il 10% in più rispetto all’anno precedente.

E quello cinese
Ma il Brasile non è certo l’unica potenza che sta sviluppando in maniera vertiginosa. Come non pensare, infatti, alla Cina dove, tra l’altro, proprio il mercato dei viaggi d’affari e dei viaggi per congressi, meeting e convention sta diventando uno dei motori della crescita economica sostenendo l’export, le vendite e l’internazionalizzazione delle imprese. Sempre secondo GBTA, nell’arco di un decennio il business travel è cresciuto annualmente in Cina con un tasso medio del 16% e, tra pochi anni, precisamente nel 2015, la nazione sarà il primo Paese al mondo per business travel superando persino gli USA. Insomma, stiamo per assistere a un cambiamento epocale che sarà sostenuto anche sul piano delle spese: GBTA Business Travel Index Outlook – China, la ricerca dedicata al mercato locale, indica che le spese per i viaggi d’affari in Cina l’anno prossimo aumenteranno del 21% portando la spesa totale a 245 miliardi di dollari.

Testo di Simona Parini, Mission n. 6, ottobre 2012

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