Nonostante la crisi il leasing tiene

Il mercato dell’auto aziendale ha fatto registrare nel primo semestre di quest’anno una pesante flessione, seguita a un 2008 non proprio brillante (soprattutto negli ultimi mesi dell’anno, come immediata conseguenza all’inizio della congiuntura economico-finanziaria sfavorevole). Il trend negativo è proseguito anche nel terzo trimestre 2009 e, in assenza di provvedimenti specifici per il comparto, è lecito supporre che continuerà a presentare un andamento sfavorevole fino alla fine dell’anno. Anche il settore del leasing non versa in una situazione migliore. Ecco un’analisi sul mercato del 2009 che abbraccia in particolare questo settore specifico.

Che il numero delle immatricolazioni di autovetture in Europa, a livello generale, ovvero senza distinzioni tra le tipologie di clientela, sia in costante calo non è un dato nuovo nel mercato dell’auto, nonostante nel primo semestre del 2009 ci sia stata una progressiva risalita in termini assoluti rispetto al minimo toccato nell’anno precedente. Il nostro Paese, che pur vanta il maggior numero di immatricolazioni di veicoli in Europa in relazione al numero di abitanti, ha presentato una graduale ripresa a partire da giugnoMa la “ripresina” è dovuta principalmente all’avvio degli incentivi alla rottamazione, che hanno favorito in modo quasi esclusivo il mercato dei privati. Nonostante il “pannicello caldo”, il saldo dei primi nove mesi del 2009 è ancora connotato da un andamento negativo. Il 76% delle vetture di nuova immatricolazione in Italia è infatti destinato ai “privati” e di questa percentuale solo l’1,1% riguarda autovetture in leasing. I dati di mercato dell’auto aziendale rilevano perciò un netto calo: le immatricolazioni di veicoli intestati a società (23,8%) mostrano una riduzione complessiva di un quarto nel primo semestre del 2009 rispetto all’anno precedente, un fenomeno che caratterizza in generale tutte le voci di spesa delle aziende. In particolare, si è attestato al di sotto del 30% il peso delle auto intestate ai concessionari, probabile conseguenza della diminuzione delle “scorte” degli stessi autosaloni a fronte della ripresa delle vendite ai privati.

Flessioni meno pesanti interessano il settore dell’auto aziendale in senso stretto (che rappresenta il 48,6% delle immatricolazioni a società), per il quale si registra una crescita di circa quattro punti percentuali (rispetto a un 2008 affatto brillante) e si compone di un 25,8% di auto in noleggio a lungo termine, di un 16,2% di vetture aziendali di proprietà e di un 6,6% di veicoli aziendali in leasing. Per i contratti di leasing, la dinamica dello stipulato (cioè le nuove acquisizioni) presenta flessioni vicine o superiori al 25% (vedere tabella 3).

Il comparto del leasing, che attualmente ha un parco circolante superiore alle 266.000 unità, è caratterizzato da una maggiore incidenza di auto anagraficamente molto recenti: le vetture con meno di due anni di età rappresentano, infatti, circa il 60% del parco circolante e la restante parte dei veicoli è comunque quasi esclusivamente composta da veture con anzianità inferiore ai 5 anni. In particolare, la composizione del parco circolante intestato a società presenta il 46% di auto di età inferiore ai tre anni, il 30% circa di età compresa tra i 3 e i 4 anni, un ulteriore 15% con età compresa fra i 5 ed i 6 anni, un residuale 9,2% di veicoli di età superiore ai 6 anni.

Cresce Audi, scendono BMW e Mercedes

Per quanto riguarda le classifiche delle prime dieci marche per numero di immatricolazioni nel primo semestre 2009, nel comparto del leasing prevalgono le marche estere. Al primo posto si posiziona il brand Audi (rispetto al 3° posto del primo semestre 2008), con un incremento del 4,4% nei confronti dello stesso semestre dello scorso anno. La marca tedesca ha dunque dimostrato di avere armi migliori da utilizzare in risposta alla crisi di mercato rispetto agli altri competitor tedeschi. Cali superiori al 40% si registrano infatti nelle altre marche maggiormente “leasingate”: la Mercedes e la BMW. Meno pesante risulta la flessione della Volkswagen, che presenta un calo delle immatricolazioni leasing di poco superiore al 10%, e conquista quindi una posizione migliore in classifica, passando dalla quinta alla quarta piazza (vedere tabella 4).

Fiat, che occupava nel 2008 la quarta posizione, è scesa alla quinta, con una flessione delle immatricolazioni leasing del 50%. Calo notevole anche di Toyota (-37%), che scende dal sesto all’ottavo posto. L’unico segno positivo nella classifica delle 10 marche più “leasingate”, oltre a quello fatto registrare da Audi, è quello di Citroën (+11%).

Analizzando i dati delle immatricolazioni di auto e fuoristrada in Italia nei primi nove mesi del 2009, si deduce, dunque, una diminuzione progressiva del numero di immatricolazioni intestate a società, nonostante la risalita di settembre. Questo rallentamento si riflette essenzialmente su un costante calo dell’incidenza del leasing (rivolto maggiormente alle società) nella modalità di finanziamento delle auto di nuova immatricolazione. Tuttavia nei primi nove mesi dell’anno, l’incidenza media mensile di questa formula d’acquisto sul totale delle immatricolazioni a società si è mantenuta allo stesso livello del periodo corrispondente dello scorso anno (6,8%), confermando il ruolo strategioco del leasing nello specifico segmento di mercato di riferimento (vedere tabella 5).

BOX

L’intervista

Urgono provvedimenti per stimolare gli acquisti aziendali

Come reagiscono alla crisi le società di leasing? L’abbiamo chiesto a Rosario Corso,  presidente di Assilea, l’associazione che raccoglie gli operatori del settore.

Come giudica il mercato dell’auto del 2009, anche alla luce degli incentivi concessi dallo Stato?

Come è evidente dall’Osservatorio Assilea-Unrae, l’introduzione degli eco-incentivi ha consentito l’avvio di una graduale ripresa, a partire dal mese di marzo, solo per le immatricolazioni delle auto private, mentre continua a proseguire la dinamica fortemente negativa delle immatricolazioni a società.

 

Quali sono le cause principali che hanno determinato la crisi del comparto dell’auto aziendale?

L’assenza di incentivi statali adeguati a questa categoria di clientela e una fiscalità fortemente penalizzante accentua la generale crisi economica e induce le imprese a posticipare ogni decisione di investimento nel settore.

 

Quali suggerimenti e iniziative propone per il prossimo anno?

Appaiono sempre più urgenti nuove misure volte a stimolare l’acquisto di autoveicoli e il rinnovo dei parchi auto anche delle aziende. Il ripristino di durate contrattuali minime e di periodi di ammortamento fiscale più brevi, nonché l’innalzamento delle soglie di deducibilità ferme da oltre un decennio, potrebbero costituire primi passi importanti per innescare una ripresa anche del settore dell’auto aziendale, con effetti positivi su tutto l’indotto.

 

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