L’alternativa c’è

A pensarci per primi sono stati gli svizzeri nel 1987: l’idea era semplice, ma geniale. Invece di possedere un’auto propria, utilizzandola magari un’ora al giorno, è possibile usarne una in comune con gli altri. E dimezzare in questo modo i costi di bollo, assicurazione e manutenzione, riducendo al contempo l’impatto ambientale e la morsa del traffico nelle grandi città. E proprio in Svizzera ha cominciato a operare quella che attualmente è l’azienda leader mondiale del settore, la Mobility CarSharing Switzerland (www.mobility.ch), nata nel 1997 dalla fusione di due società che dieci anni prima avevano fondato il servizio: la ShareCom di Zurigo e la CarSharing Co-operatives Atg della Svizzera Centrale. Oggi Mobility dispone di una flotta di 1750 veicoli, con una clientela di 52mila persone e oltre 1000 parcheggi in 400 località. Nel 2002 la società – che conta 140 dipendenti – ha raggiunto un giro d’affari di 36,3 milioni di franchi svizzeri, in crescita del 9,1% rispetto al 2001. Merito anche delle azzeccate partnership strategiche con aziende internazionali come Deutsche Bahn e RailLink, e dell’ampliamento del segmento business: utilizzano le vetture di Mobility ben 900 aziende elvetiche, per un totale di 4000 titolari di tessera.

Una formula che attecchisce in tutta Europa

In seguito, l’esperienza svizzera ha attecchito anche in altri Paesi d’Europa, quali la Germania, l’Austria, la Francia, l’Olanda e la Scandinavia. E ha preso piede anche oltreoceano, con esperienze significative in Canada, Giappone e Stati Uniti. Attualmente, tutte le imprese europee che propongono il servizio sono riunite nell’Ecs, federazione con 100mila associati e oltre 4000 veicoli disponibili in circa 600 città (per info: www.carsharing-europe.org). L’organizzazione ha anche fissato rigorosi standard di qualità per i suoi membri: ad esempio, le vetture non devono avere più di due anni di vita e devono essere sottoposte a regolari interventi di manutenzione.

Il mercato italiano

E in Italia? Come spesso accade, da noi il servizio è sbarcato un po’ in ritardo rispetto al resto d’Europa: oggi il principale promotore è Ics, Iniziativa Car Sharing (www.icscarsharing.it, call center 848/788888), realtà promossa dal ministero dell’Ambiente che ha coinvolto 14 comuni italiani. Attualmente il servizio è pienamente operativo a Bologna, Modena, Rimini, Torino e Venezia. Ma viene proposto autonomamente anche in altre località. Nel capoluogo lombardo, ad esempio, opera MilanoCarSharing, un servizio promosso da Legambiente in collaborazione con il Touring Club Italiano ed Europe Assistance (per info: tel. 02/45475777 – www.milanocarsharing.it. Che prendendo spunto dall’esempio elvetico punta a conquistare il settore business.

Attualmente la società ha una flotta di 10 vetture di differenti tipologie (dalla Smart alla Fiat Punto, dalla Citroen C3 alla Fiat Multipla), che passeranno a quindici entro la fine dell’anno. E dispone di sei parcheggi in varie zone della città, anch’essi in via di ampliamento. «Proponiamo questo servizio già da un paio d’anni, ma nel 2002 abbiamo pensato di studiare delle formule ad hoc per le imprese – spiega Danilo Bertuzzi, responsabile di MilanoCarSharing -. Ad esempio, offriamo le auto in uso esclusivo o semi-esclusivo e proponiamo per i dipendenti formule per l’utilizzo aziendale durante il giorno e privato nelle ore serali».

Servizi alle aziende

L’iniziativa, garantisce Bertuzzi, sta suscitando un notevole interesse e ha convinto già alcune imprese locali. Ma a quale tipologia di aziende si rivolge? «Serviamo imprese di medie e grandi dimensioni, con oltre 1000 dipendenti e che già dispongono di un parco auto – sottolinea Bertuzzi -. Allo stato attuale, infatti, il car sharing non rappresenta un’alternativa al noleggio a lungo termine o alla flotta di proprietà, ma è l’ideale per i tragitti chilometrici brevi e, quindi, per sostituire quelle vetture che non percorrono più di 10mila chilometri all’anno, riducendo considerevolmente i costi». Già, perché le vetture in car sharing, al pari di quelle a noleggio, sollevano l’azienda dalle spese di bollo, assicurazione e manutenzione. Con il vantaggio aggiuntivo di ridurre drasticamente le difficoltà di parcheggio (la vettura viene ritirata direttamente nel parcheggio e riconsegnata dopo l’utilizzo).

Come funziona il servizio 

Ma come funziona il servizio? Una volta effettuata l’iscrizione, è possibile prenotare la vettura chiamando la linea telefonica dedicata EuropassistanceVai, attiva 24 ore su 24. Poi si preleva l’auto nel parcheggio prestabilito, confermando la prenotazione tramite collegamento voce o dati alla centrale operativa, che si occupa di abilitare l’accensione del motore. Alla fine dell’utilizzo la vettura va riportata nel parcheggio in cui è stata prelevata e l’utente riceve il conteggio dei chilometri percorsi. Il pagamento avviene con una bolletta mensile.

I costi

Per disporre del servizio, le aziende devono presentare una copia dell’iscrizione alla Camera di Commercio e la carta di identità, la patente e due fototessere per ogni dipendente che intende usufruire delle vetture. La quota associativa della prima tessera identificativa (che viene intestata al rappresentante legale della società) ammonta a 155 euro, mentre ogni card aggiuntiva costa 55 euro. A questa cifra di partenza vanno sommati i costi di utilizzo: 1,60 euro all’ora e 28 centesimi al chilometro. Le tariffe sono comprensive di tutto: assicurazione (Rca, furto e incendio, Kasco), manutenzione ordinaria e straordinaria, soccorso stradale, carburante. A carico dell’utente restano soltanto i pedaggi autostradali e le eventuali multe. «Inoltre, con le aziende negoziamo anche tariffe più convenienti, a seconda delle esigenze e dell’utilizzo» puntualizza Bertuzzi. E garantisce che il risparmio rispetto ad altre modalità di trasporto (ad esempio il taxi) è di diverse migliaia di euro.

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