Road to MFA 2020 tra fleet e mobility manager: apriamo il dibattito

Da fleet a mobility manager: un incontro possibile, in azienda? Con Road to MFA 2020 cogliamo l’opportunità di cominciare a scrivere approfonditamente ed entrare in conversazioni dettagliate sul mobility management alla luce della riforma che regola una professione interessata dall’inevitabile aggiornamento delle competenze. Sia chiaro, il tema è antico. Ma sul finire dell’anno l’attenzione si accentua perché il decreto attuativo, che normerà quanto stabilito dal Decreto Rilancio (DL), dovrebbe essere in dirittura d’arrivo.

L’argomento diventa d’interesse aziendale perché la conversione in legge del DL ha confermato che si nomini un mobility manager se con più di 100 dipendenti e in una città con oltre 50mila abitanti.

Dove verrà collocato il ruolo? Da un sondaggio che abbiamo condotto sulal giuria di MissionFleet Awards emerge che le imprese, con i loro responsabili dei parchi auto aziendali, vogliono saperne di più.

Da fleet a mobility manager: l’ampiezza dei temi

E’ probabile, infatti, che nasceranno tavoli di lavoro e di confronto tra fleet management e risorse umane, se non altri reparti, per sviluppare di concerto una programmazione della mobilità con una visione più ampia. Che comprenda temi di welfare aziendale, ad esempio. E che tenga conto di nuove modalità di accesso agli uffici e ai luoghi di lavoro, considerata l’adozione oppure l’estensione di smart working. Ancora, che diventi un’occasione di dialogo con il territorio dove l’impresa è radicata. Dunque si trasformi in un tema sociale in cui tutti i partecipanti abbiano a cuore il benessere della comunità. Nel senso della sostenibilità ambientale, economica, della salute pubblica stessa.

Infatti, come stiamo constatando durante la pandemia, le limitazioni alla mobilità rappresentano un fattore critico della sorveglianza sanitaria cui tutti siamo chiamati ad assumerci una responsabilità.

Premesso tutto ciò e comprendendo l’ampiezza del dibattito, in cui la Pubblica amministrazione diventa l’interlocutore d’obbligo, come possiamo mettere un primo “mattoncino” alla discussione insieme ai nostri interlocutori di tutti i giorni: case automobilistiche, telematica, fleet manager e analisti?

Cominciamo con l’aprire il dibattito.

Dandovi appuntamento a Road to MFA il 14 dicembre dalle ore 11 per una dinamica tavola rotonda inevitabilmente digital in cui avremo due fleet manager aziendali, la casa automobilistica che ha inventato la motorizzazione ibrida e un leader della telematica e di tecnologia nella mobilità. Non senza un esperto di mobility management con vent’anni di conoscenze, progetti e formazione.

A prestissimo comunicheremo il panel per l’appuntamento su Zoom, come detto il 14 dicembre. Qui vi chiediamo un save the date nelle agende.

Il Decreto Rilancio e la conversione in legge: articolo 229

Le modalità attuative della Legge (nella Gazzetta Ufficiale: scaricala qui e vai a pagina 197) devono essere ancora stabilite, ma i presupposti sono noti.

Al punto 4 dell’articolo 229 intitolato “Misure per incentivare la mobilità sostenibile” del Decreto Rilancio già si legge:

«Al fine di favorire il decongestionamento del traffico nelle aree urbane mediante la riduzione dell’uso del mezzo di trasporto privato individuale, le imprese e le pubbliche amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n.165, con singole unità locali con più di 100 dipendenti ubicate in un capoluogo di Regione, in una Città metropolitana, in un capoluogo di Provincia ovvero in un Comune con popolazione superiore a 50.000 abitanti sono tenute ad adottare, entro il 31 dicembre di ogni anno, un piano degli spostamenti casa-lavoro del proprio personale dipendente finalizzato alla riduzione dell’uso del mezzo di trasporto privato individuale nominando, a tal fine, un mobility manager con funzioni di supporto professionale continuativo alle attività di decisione, pianificazione, programmazione, gestione e promozione di soluzioni ottimali di mobilità sostenibile».

Prosegue: «Il mobility manager promuove, anche collaborando all’adozione del piano di mobilità sostenibile, la realizzazione di interventi di organizzazione e gestione della domanda di mobilità, delle persone, al fine di consentire la riduzione strutturale e permanente dell’impatto ambientale derivante dal traffico veicolare nelle aree urbane e metropolitane, tramite l’attuazione di interventi di mobilità sostenibile. Per le pubbliche amministrazioni tale figura è scelta tra il personale in ruolo».

Il decreto attuativo per il mobility manager

Il “capitolo” 4 conclude: «Con uno o più decreti di natura non regolamentare del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, sono definite le modalità attuative delle disposizioni di cui al presente comma. Le amministrazioni pubbliche provvedono all’attuazione del presente comma con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente sui propri bilanci, e comunque senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica».

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