TecnHotel

Amadeus ha presentato lo scorso anno “Hotel 2020: Beyond Segmentation”, ricerca condotta da Fast Future Research con lo scopo di indagare, sulla base delle aspettative e dei bisogni dei clienti, come saranno gli hotel del futuro. Lo studio, che ha coinvolto 600 persone in tutto il mondo (di cui un buon 42% era composto da professionisti della travel industry), ha fatto emergere come nei prossimi anni gli alberghi dovranno elevare sempre più i propri standard tecnologici. La generazione Y, composta da chi è nato tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Duemila, sarà infatti la clientela del 2020 e, cresciuta a pane e multitasking, si aspetterà di trovare in albergo tecnologia non solo di alto livello, ma anche personalizzabile. E il settore si sta attrezzando.

Top oltreoceano
Per scoprire quali sono gli indirizzi più cool viene in aiuto la classifica stilata ogni anno dal web magazine HotelChatter che individua i dieci top hotel per geek, per chi, cioè, è un vero appassionato di tecnologia, tanto da sfiorare quasi una sorta di dipendenza. Vediamo, allora, dove prenotare una stanza e avere la certezza di trovare ben più di una connessione wi-fi(scontata) o un televisore a schermo piatto (banale). Nella Silicon Valley (e la destinazione non è certo casuale), vicino ai quartieri generali di Google e Apple, si incontra Avatar Hotel(www.jdvhotels.com), detentore del terzo posto dell’inusuale classifica. Essere fan del film kolossal di James Cameron non è indispensabile, ma certo aiuta ad apprezzare la location che dispone anche di sale per piccoli meeting e ha tariffe decisamente abbordabili, a partire da 70 dollari. Sul fronte delle tecno-amenities, ecco una business lounge interattiva dotata, oltre che di tv a schermo piatto, di poltrone da massaggio per allontanare contratture da stress. Il secondo posto del podio è occupato da Citizen Hotel di Sacramento (www.citizenhotel.com) grazie, soprattutto, a Joie Connect, un “one-stop media portal” che permette agli ospiti connettersi ai social network come Facebook e Twitter e scaricare musica da iTunes e film da Netflix. Non solo: in ognuna delle 198 stanze un Mac mini attende solo di essere acceso. Al vertice della top ten non troviamo un singolo hotel, ma un vero complesso di strutture: City Center di Las Vegas (www.citycenter.com), composto da Aria (www.arialasvegas.com), Vdara (www.vdara.com) e Mandarin Oriental (www.mandarinoriental.com/lasvegas) per un totale di circa 4.300 camere. Nei tre alberghi è presente Control4, un sistema che, tramite un pannello di controllo posto in ogni camera, permette di avere il controllo totale dell’ambiente: premendo il tasto Good Night, per esempio, si spengono Tv e luci, si chiudono le tende e si accende la notifica “Non disturbare”. Al contrario, selezionando il pulsante Wake Up si aprono le tende, mentre luci e musica si diffondono gradualmente. Abbandonando poi la classifica di HotelChatter, ma rimanendo negli Usa, non si può non citare l’Hotel 1000 di Seattle (www.hotel1000seattle.com) dove, nelle 120 camere, ci si informa sull’andamento della Borsa e sugli orari dei voli grazie al telefono VOIP touch screen ma, soprattutto, ci si allena a golf sui green di tutto il mondo. Un sistema a infrarossi che lavora su quasi 700 sensori e uno schermo di 40 pollici Lcd sono le risorse che, pur rimanendo in camera, regalano agli ospiti l’ebbrezza dei tiri in buca.

Sorprese europee
Al di là delle classifiche, il settore dell’hôtellerie sta evolvendo in direzione tecnologica in tutto il mondo. L’Italia, a dire il vero, fatica a seguire il trend (che dire dei tanti, troppi, hotel business con servizio wi-fi ancora a pagamento?) ma l’Europa non sta certo a guardare i passi fatti dagli Usa. Ecco, allora, che Crowne Plaza Copenhagen (www.cpcopenhagen.dk), aperto nel 2009 e primo hotel in Danimarca a poter contare su un approvvigionamento energetico completamente fornito da fonti rinnovabili, ha dato vita a un’iniziativa che sposa tecnologia e green: i clienti che, pedalando sulle cyclette, producono almeno 100 W/h di energia elettrica vincono un pasto del valore di circa 30 euro a “impatto zero”: l’energia prodotta con i pedali, infatti, viene conservata in una batteria e reinserita nell’alimentazione principale dell’hotel. Nella capitale francese, invece, l’indirizzo più tecnologico a misura di viaggiatore d’affari è Hi Matic ( www.hi-matic.net). Inaugurato lo scorso aprile e situato vicino a piazza della Bastiglia, è il primo hotel totalmente automatico, dove tutto viene fatto grazie a Internet e distributori self service. La prenotazione di una delle 42 camere (arredate con un design moderno e dotate di iPad e wi-fi) avviene infatti solo online con l’invio di un codice d’accesso da digitare al momento della registrazione su un touch screen posto all’ingresso. E anche lo shopping non ha bisogno di personale grazie a distributori automatici di kit da viaggio, libri, Cd e Dvd. Se piace l’idea di non dovere fare un check-in convenzionale, un altro hotel da visitare è Blow Up Hall 5050 (www.blowuphall5050.com), a Poznan, in Polonia. Qui, infatti, non solo non esiste reception, ma anche le camere non hanno numero, tanto che ogni ospite all’arrivo riceve un iPhone con il quale individuare e aprire la stanza assegnata.

Approccio italiano
È stato presentato ufficialmente a Parigi alla scorsa fiera Equip’hotel e al Fuori Salone del Mobile di Milano. Parliamo di Room 2.0, progetto firmato da CaberlonCaroppiHotel&design, studio di architettura che fa della consulenza per società di gestione alberghiera e di servizi per lo sviluppo turistico-immobiliare il proprio core business. Nel dettaglio, Room 2.0 nasce per offrire la possibilità di personalizzare la camera d’albergo attraverso l’utilizzo della tecnologia. Come? Centralizzando le funzioni principali a un sistema integrato attraverso un qualsiasi dispositivo smartphone il cliente può utilizzare i terminali e tutta la stanza per creare o ricreare il proprio mondo. Il tutto avviene scaricando un’applicazione che permette di accedere a un menu per icone attraverso il quale, con un semplice gesto, si può, per esempio, stabilire la profumazione da diffondere, l’intensità della luce e il livello della temperatura. Non solo: attraverso lo smartphone è possibile compiere le operazioni di check-in e check-out, ordinare il rifornimento del frigobar, utilizzare i terminali in camera (e anche il muro, se predisposto per la videoproiezione) per visualizzare contenuti multimediali. E per chi si sente spaesato in una città sconosciuta, il menu di Room 2.0 dà l’opportunità di scoprire eventi e locali. A che punto è, dunque, il percorso del concept room 2.0? «Il successo ottenuto a Parigi e Milano è stato sorprendente e veloce, come se non si stesse aspettasse altro», commentano Chiara Caberlon ed Ermanno Caroppi. «Se ci pensiamo bene oggi, e molto più dell’anno scorso e, probabilmente, molto meno di domani, l’interattività tra uomo e device è quotidiana. Stiamo quindi ottimizzando la tecnologia utilizzata aggiornandola costantemente, cercando di abbassare i costi senza intaccarne le performance». Avete presentato il progetto alle catene alberghiere? Qual è stato il riscontro ottenuto? « Le catene alberghiere sono i nostri interlocutori principali e, nella continua ricerca, non sono stati il pensiero finale, ma la nostra stessa ispirazione. L’ idea è quella di trovare la possibilità di impostare una camera campione e da lì, chissà, immaginare un hotel completamente cablato. Stiamo lavorando proprio in questa direzione, anche grazie all’ausilio di tutti i partner che credono in noi e che ci stanno sostenendo».

And the winner is…
Lo scorso aprile la testata statunitense Hospitality Technology ha assegnato i Visionary Awards, riconoscimenti attribuiti alle realtà che si distinguono per le elevate dotazioni tecnologiche Choice Hotels International, Galt House Hotel, Morgans Hotel Group e Royal Caribbean sono state le aziende premiate. Gli Oscar della tecnologia, assegnati nelle due categorie infrastruttura e back-office e customer-facing/in room, in passato sono stati vinti da nomi come InterContinental Hotels Group (2009); Fairmont Hotels & Resorts (2008); Hilton Hotels Corporation (2007); MGM MIrage (2006) e Marriott International (2005).
La Tv che vorrei
Questa estate Philips ha lanciato MediaSuite, una gamma di tv con connessione a Internet dedicata al mondo dell’hospitality. La presentazione del nuovo prodotto è stata supportata da una ricerca che fornisce dati interessanti sull’indice di gradimento degli hotel che offrono servizi tv interattivi. Nel corso di un sondaggio che ha coinvolto circa 10mila viaggiatori di tutta Europa, più di metà delle persone intervistate – il 55% – ha infatti risposto che sceglierebbe un hotel che offra televisioni connesse a Internet rispetto a un hotel “classico”. Non solo: il 92% degli intervistati ha affermato che, quando che si trova a soggiornare in una stanza d’hotel, vorrebbe utilizzare un NetTV per accedere a: Catch up Tv, servizio di Tv on demand via Internet, notizie e meteo. In termini di servizi specifici nel campo dell’hospitality, quello più richiesto è la ricerca di informazioni sulla città in cui ci si trova (39%), seguito dal servizio di conciergerie (16%) e informazioni sull’aeroporto (10%).

Testo di Simona Parini, Mission n. 7 novembre-dicembre 2011

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