Caos in Francia

Caos in Francia, tra gilets jaunes e la situazione di Ghosn

Caos in Francia per la protesta dei gilets jaunes contro la politica del Governo Macron sull’aumento dei prezzi dei carburanti, e del diesel in particolare, e anche dalle altre sfere dell’economia transalpina arriva una notizia che potrebbe provocare l’ennesimo smottamento nel debole esecutivo del paese. Il presidente e Ceo e dell’alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi, nonché presidente di Nissan e Ceo e presidente di Renault Carlos Ghosn, è stato accusato di non aver comunicato una parte della sua remunerazione, derivante dall’acquisto e dalla vendita di azioni, per diverse centinaia di milioni di yen (centinaia di migliaia di euro), ed è in stato di fermo. Lo ha annunciato la stessa Nissan che oggi ha annunciato che Ghosn, ha “da molti anni riportato entrate inferiori all’importo effettivo”. “Inoltre, sono state scoperte molte altre malefatte, come l’uso dei beni aziendali per guadagno personale”, aggiunge il gruppo. Di conseguenza, il suo Consiglio d’amministrazione proporrà che Ghosn si dimetta rapidamente dalla carica di presidente. Le prime indiscrezioni di questa vera e propria bomba che inevitabilmente colpirà tutto il mondo automotive è giunta dal quotidiano giapponese Asahi Shimbun, che ha scritto come il manager brasiliano sia stato interrogato dall’ufficio del pubblico ministero di Tokyo per presunte violazioni degli strumenti finanziari giapponesi e delle norme sui cambi. E che Ghosn stia collaborando con gli inquirenti.

Caos in Francia, tra gilets jaunes, scioperi e la situazione di Ghosn

E’ Caos in Francia, dopo i tanti scioperi in Casa Air France e dei controllori aerei (leggi qui), l’agitazione in corso dei gilets jaunes che stanno bloccando strade, autostrade ed anche alcuni depositi di carburanti, con scontri che hanno fatto centinaia di feriti e, purtroppo, anche un morto (Vedi qui gli aggiornamenti su Le Monde) stanno minando la luna di miele, finita da tempo con il governo Macron (leggi qui)  che, ricordiamo, possiede il 15% della Renault e che, da tempo, si rifiuta di votare a favore della remunerazione di Ghosn nelle assemblee generali. Nel 2016, gli azionisti hanno addirittura votato contro l’Assemblea, voto che il Consiglio di Amministrazione non ha seguito. La sua retribuzione comprendeva uno stipendio fisso, uno stipendio variabile e una parte in stock option, per oltre 9 milioni di euro all’anno. Nel 2017 la sua retribuzione è diminuita quando si è dimesso dalla carica di Amministratore Delegato di Nissan, da cui, secondo Proxinvest, ha ricevuto l’equivalente di 5,6 milioni di euro per il suo lavoro.

Sotto il manager brasiliano comunque ricordiamo come l’alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi, grazie anche al contributo fondamentale dell’acquisto di Mitsubishi, si è guadagnata la prima posizione fra i costruttori mondiali per numero di vetture e commerciali venduti nel 2017, superando il gruppo Volkswagen che pure ha fatto registrare uno storico record di vendite e a Toyota che non ha potuto sommare le vendite dei suoi autocarri pesanti Hino Motors. E che proprio Gosh “salvò” quasi vent’anni fa Nissan. Ora questa caduta verticale.

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